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Displasia del gomito

Patologia, trattamenti, cause e prevenzione

Per Displasia del Gomito (ED Canine, Elbow Dysplasia) si intende un complesso di patologie che possono comparire congiuntamente o disgiuntamente nella stessa articolazione e si manifestano con un processo di osteoartrosi cronica.
Le prime menzioni a patologie riguardanti zoppie del cane riferibili al gomito risalgono agli anni 50’, ma uno studio e classificazione di questo complesso di patologie è molto recente. Risale al 1989 l’istituzione del IEWG (International Elbow Working Group), al 1990 il primo convegno in Europa (Vienna, World Small Animal Veterinary Association) che trattava della diagnosi per ED. Nel 2002 è stato ratificato nel Disciplinare ENCI per il controllo delle displasie anche l’esame per l’ED, e quindi è entrato in molti disciplinari ENCI per la riproduzione selezionata.

Tutte le manifestazioni della Displasia del Gomito sono riconducibili ad una alterazione del ritmo di crescita e dell’incremento ponderale (peso) con conseguente crescita asincrona (in tempi diversi) del radio e dell’ulna che determina una incongruenza articolare che, come nel caso della Displasia dell’Anca, genera carichi e traumi a carico dei capi articolari e conseguenti alterazioni dei processi di ossificazione encondrale a carico di cartilagini di accrescimento e articolari e quindi l’instaurarsi di processi osteocondrosici  degenerativi.

Le alterazioni patologiche primarie sono diverse, vediamo in dettaglio quelle codificate dalla IEWG:

UAP/mancata fusione del processo anconeo dell’ulna:
alterazione dell’ossificazione endocondrale che si verifica a livello della crescita di radio ed ulna. Durante lo sviluppo scheletrico del cane si instaura un’asincronia di crescita tra i segmenti ossei di radio e ulna che provoca un’incongruenza a livello dell’articolazione (INC). Nella UAP si verifica una crescita maggiore del radio rispetto all’ulna determinando così una spinta sul condilo omerale che si riflette poi sul processo anconeo (parte finale dell’omero). Se questa pressione abnorme avviene prima che il processo anconeo si sia fuso con l’ulna, il processo può staccarsi a livello della sua fisi di accrescimento. La patologia viene classificata in 3 livelli (1°, 2°, 3° Stadio).

OCD/Osteocondrite dissecante del condilo mediale dell’omero:
consiste in un processo di osteocondrosi localizzato alla cartilagine articolare della superficie del condilo omerale mediale. La causa di tale alterazione è da attribuire ad un insieme di fattori sia genetici che ambientali quali :crescita rapida, alimentazione, squilibrio ormonale, che, provocando un ispessimento della cartilagine articolare con il distacco dall’osso sub-condrale, e la formazione di un lembo di cartilagine staccata.

FCP/Frammentazione del processo coronoideo dell’ulna:
consiste in un’alterazione dell’ossificazione endocondrale a carico del processo coronoideo mediale, in seguito ad una ’asincronia di crescita tra i segmenti ossei di radio e ulna provocando un’incongruenza a dell’articolazione del gomito. Si verifica così una distribuzione disomogenea dei carichi di peso; questi si concentrano maggiormente a livello di processo coronoideo (parte finale dell’ulna) provocando prima un danno cartilagineo e poi la frammentazione del processo. Sulla cartilagine del condilo omerale mediale, in corrispondenza della sporgenza del coronoideo frammentato, si verificano lesioni erosive.

INC/Incongruenza articolare:
L’incongruenza articolare consiste in un allineamento scorretto delle superfici articolari. È, come abbiamo visto, un denominatore comune nell’insorgenza degli altri quadri patologici che caratterizzano la displasia del gomito.

Genericamente la sintomatologia di queste patologie sono zoppie persistenti che si manifestano in età molto giovane (4-8 mesi), varie posizioni antalgiche in fase di stazionamento. La diagnosi parte da un esame ortopedico alla palpazione e viene definita dall’apposita radiografia. I trattamenti sono di tipo conservativo per i casi più lievi e per i cani adulti, mentre per i cani giovani si procede a intervento chirurgico per la rimozione dei frammenti in caso di FCP e OCD, e nel 3° stadio della UAP in cui il processo anconeo è distaccato. Parallelamente di può procedere chirurgicamente a migliorare la congruenza articolare attraverso interventi detto DUO (Osteotomia Dinamica dell’Ulna) che consiste in una osteotomia dell’ulna che provoca un allungamento o accorciamento dell’osso permettendo un bilanciamento con la lunghezza del radio. E’ un intervento che sfrutta i processi di crescita e ossificazione dell’età giovanile che generalmente non viene effettuata dopo i 7 mesi di età. In alcuni casi di UAP si usa abbinare una DUO con la fissazione del processo anconeo tramite una vite. Nel caso dei trattamenti chirurgici per FCP e OCD è da tener presente che essi non sono in grado di arrestare il processo di artrosi, ma solo limitarlo.

Le cause della Displasia del Gomito sono ancora una volta identificabili in un complesso poligenico e multifattoriale. La predisposizione genetica è determinante nell’incidenza della malattia e soltanto la sua gravità può essere influenzata da fattori ambientali e alimentari. Da questo ne consegue che la profilassi per questo disturbo avviene attraverso la selezione di riproduttori  geneticamente favorevoli alla produzione di una prole sana. Come nel caso della Displasia dell’Anca l’approfondito studio parentale (antenati, collaterali e progenie) dei riproduttori in rapporto ai gradi fenotipici risultanti dall’esame radiografico ufficiale è l’unica metodica razionale per la selezione dei riproduttori.

ED 0: Non si riscontrano alterazioni
ED BL: Si riscontrano minime alterazioni
ED 1: presenza di osteofiti inferiori a 2mm o di sclerosi subtrocleare dell’ulna e/o di INC inferiore a 2mm
ED 2: presenza di osteofiti di dimensione tra 2 e 5mm e/o di grave sclerosi subtrocleare dell’ulna e/o di INC maggiore a 2mm; la presenza di alterazioni del profilo del processo coronoideo mediale ulnare senza evidenza di frammentazione od una fusione incompleta del processo anconeo ulnare comportano comunque il grado 2.
ED 3: presenza di osteofiti di dimensione superiore a 5m; l’evidenza di una o più lesioni primarie quali  UAP, FCP, OCD comporta comunque il grado 3. Anche i cani sottoposti ad interventi chirurgici per displasia del gomito, se l’intervento è dimostrabile radiograficamente, devono essere classificati ED 3 indipendentemente dalle lesioni articolari presenti.